Un barbaro che ha pietà di Mario sconfitto - Velleio patercolo versione latino

Versione di latino di Velleio Patercolo LECTIO BREVIOR n. 106 Pag. 130

Testo latino Inizio: Marius post sextum consulatum, annos septuaginta natus, nudus ac limo obrutus, oculis tantummodo ac naribus eminentibus... Fine: . .saepe sortem suam cum dirutae urbis comparans communeque fatum dolens.

Mario, dopo il sesto consolato, nato nell'anno 70, fu ritrovato nudo e ricoperto di limo, solamente con gli occhi e le narici visibili, in un canneto vicino alla palude Marica, nella quale si era nascosto, fuggendo dai cavalieri di Silla che lo inseguivano, con la briglia conficcata nel collo, (e) fu condotto nella prigione dei Minturniensi. Uno schiavo ufficiale, di nazionalità germanica, fu mandato da lui per ucciderlo con la spada, e costui era stato catturato ed asservito sotto il governo di Mario nella violenta guerra contro i Cimbri, (e) quando lo riconobbe, con un pianto estenuante, esprimendo l'indignazione per il triste accaduto ad uomo tale, gettata la spada, fuggì dalla prigione.

Allora il popolo di Minturno, accostandosi alla misericordia del barbaro, dimisero Mario, dopo averlo disposto di provviste, ed avergli conferito delle vesti, e lo caricarono su una nave.

Egli, raggiunto il figlio vicino l'isola Enaria, diresse la corrente verso l'Africa e patì la vita povera in una capanna tra le rovine di Cartagine, spesso paragonando la sua sorte ad una città distrutta e soffrendo il destino comune

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