La reazione dei Romani alla notizia della distruzione di Cartagine (II)

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E qui ricordavano quanto aveano sofferto dai Cartaginesi in Sicilia, in Spagna, ed in Italia stessa per 16 anni  poichè Annibale aveva incendiato loro 400 città, ed ucciso 300 mila uomini nelle sole battaglie, fino a correre più volte sotto Roma, e ridurla in estremo pericolo.

Fra tali pensieri si stupivano sulla vittoria, fino a non crederla; e richiedevano gli uni agli altri se veramente Cartagine era distrutta. E passarono tutta la notte in domande, come le fossero state tolte le armi,  come durante l'attesa ne  avessero fabbricate altre: come le fossero (state) tolte le navi, e come avessero costruito un'altra grande flotta di vecchio legname, come fosse stato rinchiuso l'ingresso del porto, e come ne avessero aperto un’altro in pochi giorni.

Risuonava nei detti di tutti l’ altezza delle mura, la grandezza delle pietre, e l’incendio tante volte portato alle macchine.

E gli uni descrivevano agli altri sottilmente la guerra come vista allora allora; e le descrizioni  venivano ravvivate con il movimento delle membra. E pareava loro di vedere Scipione sulle scale, sulle navi, tra le porte, tra i combattimenti moltiplicato in tutti luoghi. Così spesero la notte i Romani.

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