Definizione della tragedia - Aristotele (Versione greco)

Definizione della tragedia Versione di greco di Aristotele
versione n. 1 senza testo greco

L’epopea e la tragedia, come pure la commedia e la poesia ditirambica, e gran parte dell’auletica e della citaristica, tutte quante, considerate da un unico punto di vista, sono mimesi [o arti di imitazione].

Ma differiscono tra loro per tre aspetti: e cioè in quanto o imitano con mezzi diversi, o imitano cose diverse, o imitano in maniera diversa e non allo stesso modo.

[...] Infatti lo storico e il poeta non differiscono perché l’uno scriva in versi e l’altro in prosa [...]: la vera differenza è questa, che lo storico descrive fatti realmente accaduti, il poeta fatti che possono accadere.

Perciò la poesia è qualche cosa di più filosofico e di più` elevato della storia; la poesia tende piuttosto a rappresentare l’universale, la storia il particolare

versione n. 2

Εσην ουν τραγωδια μιμησις πραξεως σπουδαιας και τελειας μεγεθος εχουσης, ηδυσμενω λογω χωρις εκαστω των ειδων εν τοις μοριοις, δρωντων και...

La tragedia dunque è imitazione di un’azione seria e compiuta, di un certo sviluppo, in un linguaggio ornato di volta in volta da ciascuno degli abbellimenti nelle sue parti, di persone che agiscono e non in forma narrativa, che attraverso scene di compassione e di paura porta alla purificazione da siffatte passioni.

Io dico linguaggio abbellito quello che ha cadenza, equilibrio e musicalità, e dico di varie specie di abbellimenti, in quanto alcune parti sono espresse col metro, altre invece anche col canto. Ora, poiché effettuano l'imitazione persone che agiscono direttamente, anzitutto l'ornamento della scena sarebbe una parte necessaria della tragedia e poi la composizione musicale e la recitazione; con questi mezzi infatti operano l'imi¬tazione.

Dico poi recitazione solo l’ insieme dei versi, composizione musicale ciò che mostra con chiarezza tutta la sua forza; la tragedia poi è imitazione di un'azione e viene rappresentata da persone che operano, che necessariamente devono avere certe qualità di carattere e di idea; per questo infatti diciamo che anche le azioni sono di un certo modo, poiché due sono le cause naturali delle azioni, il pensiero e il carattere, e secondo le azioni stesse tutti sono fortunati o sfortunati;

così appunto il mito è l’ imitazione dell'azione; infatti chiamo mito l’ insieme delle azioni, caratteri ciò per cui diciamo che i personaggi hanno certe doti, pensiero infine quello con cui parlando rivelano qualcosa di particolare o anche dicono una verità generale.

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