Lo smascheramento di un imbroglione

Μάντις ἐπὶ τῆς ἀγορᾶς καθεζόμενος ἠργυρολόγει. Ελθόντος δέ τινος αἰφνίδιον πρὸς αὐτὸν καὶ ἀπαγγείλαντος ὡς τῆς οἰκίας αὐτοῦ αἱ θύραι...

Un indovino, (che stava) seduto nella piazza, riscuoteva denaro. Ma quandoall'improvviso qualcuno gli si avvicinò e gli annunciò (gen ass) che le porte della sua casa erano state abbattute e che tutte le cose all'interno erano state portato via, sconvolto balzò in piedi e, dopo aver sospirato, se ne andò di corsa per vedere (proposizione finale retta dal participio futuro) l'accaduto (la cosa che era successa).

Uno dei presenti/uno che assisteva osservandolo (gen ass), disse: "Ehi tu, che proclami di prevedere le cose altrui, non hai previsto le tue?". Uno potrebbe usare/rivolgere questo discorso a quegli uomini che, vivendo male la propria vita, cercano di occuparsi di ciò che non li riguarda affatto.
(By Vogue)

ANALISI GRAMMATICALE


Verbi

καθεζόμενος – participio medio/passivo presente nominativo maschile singolare di καθέζομαι
καθέζομαι - impf. ἐκαθεζόμην, ft. καθιξομαι, aor. ἐκαθισάμην, pf. κεκάθισμαι

ἠργυρολόγει – imperfetto attivo indicativo 3a persona singolare di ἀργυρολογέω
ἀργυρολογέω - impf. ἠργυρολόγουν, ft. ἀργυρολογήσω, aor. ἠργυρολόγησα, pf. ἠργυρολόγηκα

Ἐλθόντος – participio aoristo attivo genitivo maschile singolare di ἔρχομαι
ἔρχομαι - impf. ἠρχόμην, ft. ἐλεύσομαι, aor. ἦλθον, pf. ἐλήλυθα

ἀνεσπασμέναι part perf nom pl di ἀνασπάω
ἀνασπάω impf. ἀνέσπων, m. p. ἀνεσπώμην ft. ἀνασπάσω, m. aor. ἀνέσπασα, m. ἀνεσπασάμην pf. ἀνέσπακα, m. p. ἀνέσπασμαι ‖ ppf. m. p. 3. sg. ἀνέσπαστο aor. p. ἀνεσπάσθην ft. p. ἀνασπασθήσομαι

ἀπαγγείλαντος – participio aoristo attivo genitivo maschile singolare di ἀπαγγέλλω
ἀπαγγέλλω - impf. ἀπήγγελλον, ft. ἀπαγγελῶ, aor. ἀπήγγειλα, pf. ἀπήγγελκα

εἰσὶ – presente indicativo 3a persona plurale di εἰμί
εἰμί - impf. ἦν, ft. ἔσομαι, aor. (non esiste), pf. (non esiste)

ἐκπεφορημένα – participio perfetto medio/passivo nominativo neutro plurale di ἐκφέρω
ἐκφέρω - impf. ἐξέφερον, ft. ἐκκομιῶ, aor. ἐξήνεγκον, pf. ἐκκεκόμικα

ἐκταραχθεὶς – participio aoristo passivo nominativo maschile singolare di ἐκταράσσω
ἐκταράσσω - impf. ἐξετάρασσον, ft. ἐκταράξω, aor. ἐξετάραξα, pf. ἐκετάραχα

ἀνεπήδησε – aoristo attivo indicativo 3a persona singolare di ἀναπηδάω
ἀναπηδάω - impf. ἀνεπήδων, ft. ἀναπηδήσω, aor. ἀνεπήδησα, pf. ἀναπεπήδηκα

στενάξας – participio aoristo attivo nominativo maschile singolare di στενάζω
στενάζω - impf. ἐστέναζον, ft. στενάξω, aor. ἐστέναξα, pf. ἐστένακα

ἀπῄει – imperfetto attivo indicativo 3a persona singolare di ἀπέρχομαι
ἀπέρχομαι - impf. ἀπῄειν, ft. ἀπελεύσομαι, aor. ἀπῆλθον, pf. ἀπελήλυθα

ὀψόμενος – participio futuro medio nominativo maschile singolare di ὁράω
ὁράω - impf. ἑώρων, ft. ὄψομαι, aor. εἶδον, pf. ἑόρακα

εἶπεν – aoristo attivo indicativo 3a persona singolare di λέγω
λέγω - impf. ἔλεγον, ft. ἐρῶ, aor. εἶπον, pf. εἴρηκα

προειδέναι – infinito perfetto attivo di προοράω
προοράω - impf. προεώρων, ft. προόψομαι, aor. προεῖδον, pf. προεόρακα

ἐπαγγελλόμενος – participio medio/passivo presente nominativo maschile singolare di ἐπαγγέλλομαι
ἐπαγγέλλομαι - impf. ἐπηγγελλόμην, ft. ἐπαγγελοῦμαι, aor. ἐπηγγειλάμην, pf. ἐπήγγελμαι

προεμαντεύου – imperfetto medio/passivo indicativo 2a persona singolare di προμαντεύομαι
προμαντεύομαι - impf. προεμαντευόμην, ft. προμαντεύσομαι, aor. προεμαντευσάμην, pf. προμεμαντέυμαι

χρήσαιτο – aoristo medio ottativo 3a persona singolare di χράομαι
χράομαι - impf. ἐχρώμην, ft. χρήσομαι, aor. ἐχρησάμην, pf. κέχρημαι

διοικοῦντες – participio presente attivo nominativo maschile plurale di διοικέω
διοικέω - impf. διῴκουν, ft. διοικήσω, aor. διῴκησα, pf. δεδιῴκηκα

πειρῶνται – presente medio/passivo congiuntivo 3a persona plurale di πειράω
πειράω - impf. ἐπείρων, ft. πειράσω, aor. ἐπείρασα, pf. πεπείρακα


Sostantivi

Μάντις – sostantivo maschile III declinazione (Μάντις -εως, ὁ)
ἀγορᾶς – sostantivo femminile I declinazione (ἀγορά -ᾶς, ἡ)
τινος – sostantivo maschile/femminile III declinazione (τις -τινός, ὁ/ἡ)
οἰκίας – sostantivo femminile I declinazione (οἰκία -ας, ἡ)
θύραι – sostantivo femminile I declinazione (θύρα -ας, ἡ)
ἔνδον – sostantivo neutro II declinazione (ἔνδον -ου, τό)
γενόμενος – sostantivo maschile II declinazione (γεγονός -οῦς, ὁ)
πράγματα – sostantivo neutro III declinazione (πρᾶγμα -ατος, τό)
λόγῳ – sostantivo maschile II declinazione (λόγος -ου, ὁ)
ἀνθρώπους – sostantivo maschile II declinazione (ἄνθρωπος -ου, ὁ)
βίον – sostantivo maschile II declinazione (βίος -ου, ὁ)


Aggettivi

ἀλλότρια – nominativo/accusativo neutro plurale (ἀλλότριος -α -ον)
σαυτοῦ – genitivo maschile singolare (σεαυτοῦ -ῆς -οῦ)
φαύλως – avverbio derivato da φαῦλος -η -ον


Altre forme grammaticali

ἐπὶ – preposizione ( gen.)
δέ – congiunzione
αἰφνίδιον – avverbio
ὡς – congiunzione
καὶ – congiunzione
ἄν – particella modale
– interiezione
οὗτος – pronome dimostrativo
σὺ – pronome personale
τοὺς – articolo determinativo (non incluso per richiesta)
τῶν – articolo determinativo (non incluso per richiesta)
μηδὲν – pronome indefinito
προσηκόντων – participio presente attivo genitivo plurale (προσήκω)

ANALISI DETTAGLIATA DI QUESTA FAVOLA

Questa favola è un classico esempio della tradizione esopica, caratterizzata da una morale chiaramente didattica e da una struttura narrativa semplice ma efficace.


1. Titolo e Fonti

Questa favola è tradizionalmente conosciuta come "L'indovino" (Μάντις) o "Il veggente" nelle raccolte esopiche.

Compare nelle principali collezioni antiche, tra cui quella di Babrio (II sec. d. C. ) e nella Collezione Augustana (IV sec. d. C. ).


2. Trama Sintetica

Un indovino (μάντις) si guadagna da vivere prevedendo il futuro per gli altri nell'agorà. Quando un uomo gli annuncia che la sua casa è stata saccheggiata, l'indovino, colto dal panico, corre via per verificare. Uno spettatore lo deride, osservando come egli, pur professando di conoscere il futuro altrui, non abbia previsto la propria disgrazia.


3. Struttura Letteraria

Dialogo e ironia: La battuta finale del passante («Tu predici le cose altrui, ma non le tue?») è tipica dello stile esopico, con un rovesciamento ironico della situazione.

Verbi di movimento: La sequenza dinamica (ἀνεπήδησε, ἀπῄει δρομαῖος) sottolinea l'agitazione comica dell'indovino.

Allitterazioni: Giochi di suono come προειδέναι... προεμαντεύου rafforzano la critica all'ipocrisia del protagonista.


4. Morale

La favola condanna:

L'ipocrisia di chi pretende di guidare gli altri senza saper gestire la propria vita.

La vanità delle arti divinatorie, tema caro a Esopo (cfr. la favola del "Negromante").

L'importanza di occuparsi prima dei propri affari (τὰ σαυτοῦ) prima di quelli altrui (τὰ ἀλλότρια).


5. Contesto Culturale

Critica alla mantica: Nell'antica Grecia, gli indovini erano figure ambivalenti, spesso oggetto di scetticismo (come in Senofonte o Platone).

L'agorà come teatro: Il luogo pubblico (ἀγορά) è simbolo di esposizione sociale, dove l'indovino viene smascherato davanti alla comunità.


6. Fortuna Letteraria

Fedro (I sec. d.C.) rielabora la favola in latino ("Divinus aut Vates"), accentuando la satira contro i ciarlatani.

La Fontaine (XVII sec.) la riprese come "Le Devin", con un tono più bonario ma conservando la morale.


7. Analisi Lessicale Nota

ἠργυρολόγει: Verbo composto da ἄργυρος (argento) e λέγω (raccogliere), usato solo qui in tutta la letteratura greca, a sottolineare l'avidità dell'indovino.

ἐκπεφορημένα: Participio perfetto di ἐκφέρω ("portar via"), termine tecnico per furti con scasso, usato anche in Demostene.


8. Interpretazioni Moderne

Psanalogia: L'indovino rappresenta l'incapacità di autoanalisi (cfr. il "medico che cura se stesso" in Platone).

Sociologica: Critica alla mercificazione del sacro e alla fiducia irrazionale nei "professionisti del futuro".


9. Confronti con Altre Favole

Simile a "Il Ciabattino e il Finanziere" (La Fontaine), dove l'umile artigiano è più saggio del ricco.

Opposta a "La Gazza e le Penne del Pavone", dove l'ipocrisia è punita dalla natura, non dalla società.


10. Proverbi Correlati

Greco moderno: «Πρώτα δικά σου, μετά τα άλλων» ("Prima le tue cose, poi quelle degli altri").

Latino: "Medice, cura te ipsum" (Luca 4:23), usato già nella Vulgata.

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