Quando il destino è beffardo

Quando il destino è beffardo versione greco Esopo

Κωνωφ προς λεοντα ελθων ειπεν· « Ουτε φοβουμαι σε, ουτε δυνατωτερος μου ει· ει δε μη, τις σοι εστιν η δυναμις; Οτι ξυεις τοις ονυξι, και δακνεις τοις οδουσι; Τουτο και γυνη τω ανδρι μαχομενη ποιει....

Una zanzara, avvicinatasi a un leone, disse: « Io non ti temo, né tu sei più potente di me; in caso contrario, qual è la tua forza?

che graffi con gli artigli e mordi coi denti? Questo lo fa anche una donna che combatte con il marito. Io sono molto più forte di te. Se vuoi, andiamo pure alla guerra». E, suonata la tromba, la zanzara si lanciò su di lui, mordendogli il muso privo di peli intorno alle narici.

E il leone si dilaniò con i suoi propri artigli, finché rinunciò. La zanzara, dopo aver vinto il leone, suonata la tromba e intonato un canto di vittoria, volò via; impigliatasi in una tela di ragno, sentendosi divorata, si lamentava di come essa, che faceva la guerra ai più potenti, fosse rimasta vittima di un animale vile, un ragno.

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