Il declino di Annibale (Versione latino Giustino)
Il declino di Annibale
versione latino Giustino Lexis pagina 51 Numero 1
Senatus metu perculsus ad speculandos actus Hannibalis legatum in Africam Cn.
Il senato, preso dal terrore, invia in Africa un delegato, C.
Servilio, affinché spiasse i movimenti di Annibale; gli comanda, inoltre, di ucciderlo servendosi di rivali e di liberare una volta per tutte il popolo romano dalla paura di quel detestato nemico. Ma la cosa non rimase a lungo nascosta ad Annibale, un uomo preparato a schivare i pericoli. E così, dopo che – per l’intero giorno – si era fatto vedere dai capi e dal legato romano, sul far della sera, salì in groppa ad un cavallo e si diresse alla volta del podere suburbano, prospiciente al litorale marino. Lì aveva una nave con rematori, occultata in un anfratto nascosto del litorale, e una lauta quantità di denaro a disposizione.
E così, dopo aver scelto un manipolo di servi, s’imbarcò e si diresse di nuovo alla volta della reggia di Antioco. Il giorno successivo, i cittadini tendevano il loro condottiero nel foro. Non appena seppero che egli era partito, tutti furono presi dal terrore e dall’indignazione e presagirono la sua fuga rovinosa per loro stessi. Il delegato romano – quasi che si fosse profilato un conflitto da Annibale contro l’Italia (dativo di svantaggio) – se ne torna silenzioso a Roma e porta la minacciosa notizia.
Annibale, in quel frangente, aveva trovato rifugio alla corte di Antioco - ma poiché i Romani pretendevano da Antioco, tra le altre condizioni di pace, la consegna di Annibale(stesso, ) avvertito dal re, lascia Creta e si dirige alla volta di Prusia. Appena tali notizie giunsero a Roma, furono inviati dal Senato alcuni legati a chiedere la consegna di Annibale. Ma Annibale, venuto a conoscenza di ciò, s’avvelenò, sfuggendo ai Romani con la morte.
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