La cagna come la lupa (Versione latino Giustino)

La cagna come la lupa
Autore: Giustino

Dopo molte discendenze, il regno della Media succedette, ad Astiage. A costui gli indovini avevano predetto che a lui sarebbe sopraggiunta la morte da (parte di) un (suo) nipote.

Terrorizzato da tale vaticinio, si risolse ad uccidere il nipote, nato da sua figlia. Il piccolo, così, è affidato ad Arpago, un fidato del re, perché lo uccidesse, che affidò il pargolo ad un pastore, affinché lo abbandonasse nel bosco. Per caso in quei giorni, anche allo stesso pastore era nato un figlio.

Al che, sua moglie - desiderosa di vedere il fanciullo regale - pregò con grandi preghiere il marito di portare quello a casa e di mostrarglielo. Convinto dalle insistenze della moglie, il pastore tornò nel bosco e lì, proprio accanto al neonato, sorprese una cagna, che lo nutriva col proprio latte e che lo difendeva dalle belve affamate. Spinto lui stesso dalla pietò, ricondusse il piccolo alla sua casa, mentre la stessa cagna li scortava con premura.

Quando la moglie accolse tra le sue mani il corpicino, un dolce sorriso si aprì sul viso del bimbo. Al che, la donna disse a suo marito: "Mi sia concesso allattarlo" Così, il piccolo - che avrebbe diseredato il nonno - crebbe tra i pastori e fu chiamato Ciro.

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