Eracle e la terribile Idra di Lerna

Alfa Beta grammata numero 26 da Pseudo Apollodoro

Inizio: Δεύτερον δὲ ᾶθλον Ευρυσθεὺς επέτασσεν Ηρακλεῖ τὴν Λερναίαν ύδραν κτείνειν; Fine: τὴν ύδραν κατώρυσσε καὶ βαρεῖαν πέτραν επικατέστρεφεν, παρὰ τὴν οδὸν τὴν φέρουσαν διὰ Λέρνης εις Ελαιοῦντα.

Euristeo come seconda impresa comandò a Eracle di uccidere l'idra di Lerna; costei viveva nel bosco di Lerna e terrificava il territorio e distruggeva il bestiame e la regione.

L'idra aveva un corpo enorme che aveva nove teste, otto mortali, quella centrale immortale. Eracle dunque salì su un carro - lo guidava Iolao - e si diresse verso Lerna. Trovò l'idra su un colle presso le fonti dell'Amimone, dove era la sua tana. L'eroe scagliando dardi infuocati la costrinse ad uscire, e la trattenne afferrandola mentre usciva.

Quella subito gli si avvinghiò a uno dei piedi. Eracle colpendole le teste con la clava, mancava l'impresa: infatti dalla testa tagliata ne spuntavano due. Venne in aiuto dell'idra un granchio enorme, che morse il piede di Eracle. Perciò avendolo ucciso chiamò egli stesso in aiuto Iolao, che che incendiò il bosco vicino e con i tizzoni bruciando le basi delle teste impediva loro di spuntare.

E in questo modo avendo il sopravvento sulle teste che spuntavano, e tagliando quella immortale, seppellì l'idra e ci mise sopra una pesante pietra, presso la strada che da Lerna porta a Eleunte.

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