Arione (Versione greco da gymnasion e da Antropon odoi Luciano )
Arione
versione di greco di Luciano
Gymnasion vol. 2 n. 178 pag. 118 e da antropon Odoi
Si compiaceva Periandro di Arione e spesso lo chiamava per l'arte (del cantare), e costui, arricchito dal tiranno, desiderò far ritorno per nave a Metimna, la (sua adorata) patria, e mostrare la ricchezza (che con la sua arte si era procurato); e, dopo che si fu imbarcato su una nave di uomini malvagi, poiché svelò che portava molto oro ed argento, appena giunsero in mezzo all’Egeo, i marinai gli tendono un’insidia;
e quello: "Poiché avete deciso queste cose”, disse, “permettete almeno che io, dopo avere indossato il costume ed aver cantato un lamento funebre per me stesso, mi getti (in mare) spontaneamente". I marinai concessero (quest cosa), e costui indossò il costume e cantò con voce assai melodiosa, e cadde in mare assolutamente convinto di morire all’istante; avendolo un delfino preso in groppa, portò (Arione) fino al Tènaro.