L'asino e l'ortolano

Esperia 1 pagina 199 numero 1

Ονος υπηρετης ην κηπωρω· επειδη δη ολιγα μεν εσθιει ... των δευτερων λαβωσι πειραν.

Un asino era aiutante di un ortolano: poiché ha poco (poche cose) da mangiare, si affatica molto, chiede a Zeus che sia mandato via dall’ortolano e di essere venduto ad un altro padrone.

Zeus esaudisce la bestia: allora l’ortolano vende l’asino ad un malvagio vasaio. L’asino si lamenta ancora perché lavora tutto il giorno, trasporta (κομίζω da cui comizio=raccolta, apporto) argilla e creta dal posto di lavoro al mercato.

Allora di nuovo supplica di cambiare (ἀμείβω da cui ameba unicellulare che cambia forma) padrone e di essere venduto a un conciapelli. Ma stavolta va a finire contro un padrone peggiore dei primi. Giudica la vita durissima (σκληρός prefisso italiano sclero=duro)

e dice sospirando: «Ahimé, era meglio per me rimanere con i precedenti padroni: questo vuole uccidere me infelice». Il racconto dimostra che spesso i servi rimpiangono molto i vecchi padroni quando fanno esperienza con i nuovi. (by Geppetto)

Qui puoi visionare il testo greco completo

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