Storie di pavoni
Gymnasmata pagina 215 numero 25
Ταως τοτε μεν σκωπει γερανον δια την χροιαν αυτου και λεγει· ... Ο μυθος δεινυσιν οτι την ανοιαν η σοφια σιγαζει.
Una volta un pavone deride una gru per il suo colore e dice: "Io sono rivestito d'oro e di porpora, tu invece non hai bellezza (dativo di possesso: lett. a te non è la bellezza - ) né presenti una varietà di colori nelle piume." L'altro risponde: "ma io canto vicino al sole e volo in alto cielo, tu invece commini come un galletto giù per terra. Un'altra volta il pavone quando gli uccelli deliberavano sul regno, voleva egli stesso essere eletto re per la sua bellezza. Quando gli uccelli stavano per scegliere il pavone, una cornacchia diceva: "ma qualora ci insegua un'aquila, come potrai aiutarci?" La favola dimostra che il buon senso (la saggezza) fa tacere la stoltezza.
Qui puoi visionare il testo greco completo
videospiegazione sul dativo di possesso
Altra proposta di traduzione
Un pavone allora schernisce una gru per il suo colore del corpo e dice: «Io indosso oro e porpora, tu non hai né bellezza né porti varietà di colori nelle piume». Quella «Ma io – disse- canto vicino al sole e volo nel cielo alto;
tu invece, come un gallinaceo, cammini giù sulla terra». Un pavone altra volta invece, mentre gli uccelli deliberavano sulla regalità, aspirava egli a essere eletto in carica re per la sua bellezza. Dato che gli uccelli stavano per eleggere il pavone, la cornacchia diceva:
« Ma qualora l’aquila ci insegua come ci salverebbe?». Il racconto dimostra che la saggezza fa tacere la stoltezza.