Il contadino e il serpente
Il Greco di Campanini pag. 387 numero 123
Inizio: Γεωργοῦ παῖδα ὄφιϛ ἑρπύσαϛ ἀπέκτεινεν.... Fine: Ὁ λόγοϛ δηλοῖ ὅτι αἱ μεγάλαι ἔχθραι οὐ ῥᾳδίωϛ τὰϛ καταλλαγὰϛ ἔχουσι.
Un serpente strisciando, uccise il figlio di un contadino. Ma quello non dandosi pace per questo motivo, prese un’ascia e essendo arrivato presso il suo antro stava a spiarlo, per colpirlo subito appena uscisse fuori (lett. per colpire subito questo che usciva fuori).
Ma il serpente osservandolo di soppiatto, (il contadino) calando giù la scure, lo mancò, colpì invece una pietra che stava lì vicino. Più tardi lo chiama per riconciliarsi con lui. Ma quello disse: “Ma né io sono capace di essere benevolo con te vedendo la pietra spezzata, né tu con me vedendo la tomba di tuo figlio.
Il mito insegna che le grandi inimicizie non facilmente ottengono le riconciliazioni