Il leone, l'elefante e la zanzara
Poros pagina 247 numero 5
Inizio: Λεων Προμηθεα πολλακις κατεμεμφετο· ..."Ισχυον με γαρ επλασσες και καλον, και την μεν γενυν ωπλιζες τοις οδουσι, τους δε ποδας εκρατυνες τοις ονυξιν...Fine: του ελεφαντος γαρ ευτυχεστερος ειμι οσω κρειττων κωνωπος ο αλεκτρυων.".
Un leone criticava spesso Prometeo: "Mi hai creato infatti con forza e bellezza, e mi hai donato la mascella con i denti, irrobustiti i piedi con gli artigli ed invece allo stesso modo ho paura del gallo." E Prometeo rispondeva:
"Mi accusi invano: io infatti non sono responsabile, ma la tua anima era debole solo contro il gallo." Il leone dunque lo chiamava piangendo e (lo) criticava per la codardia ed era disposto (voleva) a morire.
Mentre medita su questa idea, incontra un elefante e si ferma a chiacchierare e mentre chiacchieravano, l’elefante sbatte le orecchie in continuazione: poiché il leone gli chiede per quale motivo (circa il motivo), l’elefante (dice): "Vedi questa zanzara?
Se riesce ad introdursi nel mio orecchio (all’entrata del mio orecchio), io muoio". E il leone: "Anche io dunque non voglio più morire: infatti sono tanto più fortunato dell’elefante quanto il gallo è più grosso della zanzara."