Dinamismo di Cesare - Plutarco versione greco da Versioni di greco per il triennio
DINAMISMO DI CESARE
VERSIONE DI GRECO di Plutarco
TRADUZIONE dal libro Versioni di greco per il triennio
Τὰ δὲ τοιαῦτα λήματα καὶ τὰς φιλοτιμίας αὐτὸς ἀνέθρεψε καὶ κατεσκεύασε Καῖσαρ, πρῶτον μὲν τῷ χαρίζεσθαι καὶ τιμᾶν ἀφειδῶς, ἐνδεικνύμενος...
TRADUZIONE
Cesare stesso favoriva e alimentava nei suoi soldati questa fermezza e questo spirito di emulazione, innanzitutto accattivandoseli e ricompensandoli con abbondanti elargizioni di denaro e riconoscimenti, dando così l'impressione di non voler ricavare dalle guerre vantaggi economici per sé o soddisfare i suoi lussi e i suoi capricci privati, ma che tutti quei soldi servivano quale premio agli atti di valore compiuti e che se lui ne usufruiva era perché quel denaro veniva dato appunto ai meritevoli.
Generalmente dormiva in un carro o nella lettiga e dedicava i momenti di tregua a qualche attività; durante il giorno controllava i presìdi, le città, gli accampamenti, tenendo sempre accanto a sé uno schiavo incaricato di scrivere sotto sua dettatura, anche mentre era in cammino, e dietro gli stava sempre un soldato con la spada sguainata. Aveva poi una tale rapidità nel muoversi e nell'agire che quando partì da Roma la prima volta dopo otto giorni era già sulle rive del Rodano.
Aveva imparato a cavalcare fin da bambino e soleva spronare l'animale a tutta corsa tenendo le mani serrate dietro la schiena. E fu durante quella spedizione che prese l'abitudine di dettare le sue lettere stando in groppa al cavallo, e non ad uno ma a due scrivani contemporaneamente, o anche^a più di due, se è vero quel che scrive Oppio. Si dice anche che sia stato il primo a comunicare con gli amici manipolando le lettere dell'alfabeto, quando particolari circostanze, la mole dei suoi impegni o la grandezza della città non gli consentivano di discutere personalmente di questioni urgenti o importanti.