Giasone e le figlie di Pelia (Versione latino Igino)

Giasone e le figlie di Pelia versione latino Igino

Iason cum Peliae patrui sui iussu tot pericula adisset, cogitare coepit, quomodo eum sine suspicione interficeret....

Giasone, che aveva affrontato tanti pericoli per ordine di suo zio Pelia, cominciò a pensare come avrebbe potuto ucciderlo senza destare sospetto.

Medea promette di incaricarsene (che l'avrebbe fatto); a questo scopo fece nascondere la nave in un luogo segreto, visto che erano ormai lontani dalla Colchide, si presentò alle figlie di Pelia ella stessa travestita da sacerdotessa di Diana e promitte loro che avrebbe fatto tornare giovane Pelia, da vecchio (quale era) e la figlia Alcesti disse che ciò non poteva accadere.

Medea, per ridurla più facilmente al suo volere, le avvolse in una nebbia e con i sortilegi compì molte azioni miracolose che sembravano essere simili al vero, e gettò un montone piuttosto vecchio in una caldaia e parve che ne fosse balzato fuori un agnello bellissimo. E allo stesso modo le figlie di Pelia, per istigazione di Medea, fecero cuocere il loro padre in una caldaia.

Vedendo che erano state ingannate, fuggirono dalla patria. Ma Giasonoe, ricevuto il segnale da Medea, si impadronì della reggia e affidò ad Acasto, figlio di Pelia, fratello delle Peliadi, il regno paterno, perché era andato con lui in Colchide; egli stesso partì per Corinto insieme a Medea.

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