Le richieste di una povera donna al re Filippo (Versione latino Igino)

Le richieste di una povera donna al re Filippo
versione di latino di Igino e traduzione

Perraro accidit ut reges vera de se audiant. Me igitur iuvat liberum responsum referre, quod mulier quaedam paupercula Philippo regi dedit.

Quae cum gravem controversiam de re familiari cum fratribus haberet, Philippum adiit ac multum diuque obsecravit, ut litem suam diiudicaret: "Hoc unum te rogo: ulciscere iniurias fratrum. Nisi me adiuveris, omnes fortunas meas desperabo. Miserere mei, o rex". Haec et talia saepe questa est; at rex; sive quod publicis negotiis distringebatur, sive quod eum pertaesum est diutinae ac molestae rogationis: " Tempus me deficit" respondebat "cum potero, te advocabo; nunc abi". Illa tandem admodum libere: "haec quidem repulsa", exclamavit "sane regem dedecet!". Haud frusta locuta est: Philippum enim sui facti puduit, nec solum aures ei praebuit, sed statim admisit ceterorum turbam, qui ab eo ius petebant.


Traduzione n. 1 Di rado accade che i re sentano dire intorno a loro stessi cose vere. Infatti molto spesso li accerchiano astuti adulatori che che con elogi, lusinghe, inganni menzogne fecero fanno credere loro che sono dotati di tutte le virtù, che non sbagliano mai e che possono tutto. Invece a me piace riferire una risposta franca, che una misera povera donna dette al re Filippo. Poiché questa ebbe aveva una grande difficile controversia con i fratelli sulla situazione familiare, sul patrimonio familiare andò incontro a si recò da Filippo e lo supplicò a lungo, affinché risolovesse la sua lite. "Ti chiedo solo questo: punisci i torti fatti da mio fratello.

dai miei fratelli Se non mi aiuterai, perderò la speranza per di avere tutte le mie ricchezze. Proverai pietà di me, o re?" Sire, abbi pietà di me Spesso molte volte questa costei si lamentò di queste tali cose; ma il re, o se questo fatto lo trattenne dalle occupazioni pubbliche, vuoi perché era trattenuto da pubblici affari o se vuoi perché questa cosa che durò per lungo tempo lo infastidì e per le spiacevoli richieste, rispondeva: "Mi manca il tempo, quando potrò ti farò venire; ora allontanati". tuittavia lei molto schiettamente in verità esclamò " "Questo rifiuto in verità non si addice ad un re"AD UN RE!". Non invano parlò infatti filippo si pentì del suo comportamento e non solo le offrì le orecchie (per ascoltarla) ma subito fece entrare la folla di tutti gli altri che da lui richiedevano giustizia traduzione n. 2

Rarissimamente succede che i re sentano cose vere su di loro. Quindi mi fa piacere riportare la schietta risposta, che diede al re filippo una misera donna. avendo lei con i fratelli una grave controversia sul patrimonio, andò da Filippo e molto e a lungo (lo) pregò, che giudicasse la sua lite: "Questo solo ti chiedo: punire le offese dei fratelli.

Se non mi aiuterai (avrai aiutato), perderò tutte le mie sostanze. Abbi pietà di me, o re". Queste e cose simili insistentemente lei richiese; e allora il re, benchè fosse oppresso(era oppresso) da incombenze pubbliche(dello Stato) e benchè fosse (fu) infastidito dalla continua e fastidiosa richiesta: "Non ho (mi manca) il tempo"-rispondeva-"quando potrò (avrò potuto), ti chiamerò; adesso và via". Tutta lei assai schiettamente: "Questo rifiuto in verità", -esclamò-"certamente non si addice ad un re!". Non invano parlò: infatti Filippo si pentì del suo comportamento, e non solo lei (a lei) offrì ascolto (le orecchie), ma subito fece entrare la folla di tutti gli altri, che da lui chiedevano un giudizio/giustizia.

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