Un adulterio involontario

Un adulterio involontario Igino

Amphitryon cum abesset ad expugnandam Oechaliam, Alcimena aestimans Iovem coniugem suum esse eum thalamis recepit....

Essendo Anfitrione via, perché impegnato ad espugnare Ecalia, Alcmena - credendo che Giove fosse suo marito; lo accolse nel proprio letto.

Infilatosi nel letto, e riferitole l'andamento della sua impresa in Ecalia, quella scambiandolo per il proprio marito, ci fece all'amore. il quale ci provò tanto gusto, a fare all'amore con lei, che - dovendo sbrigare la faccenda in un sol giorno - raddoppiò la durata della notte: e invero Alcmena si meravigliò assai di una notte tanto lunga.

Giorni dopo, quando le annunziarono che il marito era tornato da vincitore, ella non diede tanto peso alla notizia, poiché appunto credeva di aver già avuto modo di vedere il marito. Quando Anfitrione entrò nella reggia, e vide ch'ella non se lo filava più di tanto, cominciò a meravigliarsi, e prese a chiedere il motivo per il quale quella non lo aveva accolto, al suo ritorno,; Alcmena gli rispose: "Ma dai, sei qui già da tempo:

abbiamo fatto all'amore e già mia detto della tua impresa in Ecalia!". E poiché quella gli riferì tutto l'accaduto per filo e per segno, Anfitrione dedusse che una qualche divinità si era spacciata per la propria persona, e da quel giorno non giacque più con lei. Alcmena, fecondata da Giove, partorì Ercole.

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