La straordinaria abilità di Archimede - Polibio (Versione greco)

La straordinaria abilità di Archimede
versione di greco di Polibio

Anche Appio, incontrate le stesse difficoltà, desistette dall'impresa. Infatti quando ancora erano lontani dalla città, i suoi soldati perivano colpiti dalle baliste e dalle catapulte;

gli assediati disponevano di gran copia di dardi molto efficaci e di tutti i tipi, avendo Gerone procurato i mezzi necessari e Archimede architettato e attuato ogni genere d'astuzia. Quando poi si avvicinarono alla città, parte dei soldati, come ho detto sopra, non riusciva ad avanzare a causa della quantità dei dardi lanciati dalle mura, mentre quanti procedevano difesi dai graticci erano uccisi dai sassi e dalle travi che venivano gettate sulle loro teste. Non piccolo danno recavano inoltre le mani di ferro delle macchine già ricordate, con le quali gli assediati sollevavano gli uomini così armati come erano e li scagliavano lontano. Infine Appio si ritirò nel suo accampamento e convocati i tribuni decise con loro di ricorrere a qualunque altro mezzo ma di rinunciare ad espugnare Siracusa con la forza.

Così fecero in realtà poiché rimasero per ben otto mesi accampati intorno alla città senza trascurare alcuno stratagemma per impadronirsene, ma non osarono mai neppure tentare di espugnarla con la forza. A tanto può riuscire un uomo solo, purchè dotato di intelletto veramente capace. I Romani, che disponevano di tante forze per terra e per mare, non dubitavano di potersi impadronire facilmente di Siracusa se qualcuno avesse tolto di mezzo un solo vecchio cittadino; presente lui, non osavano neppure assalirla, per lo meno con i mezzi ai quali Archimede potesse opporsi. Convinti invece che gli assediati sarebbero stati costretti arrendersi per mancanza di viveri, essendo molto numerosa la moltitudine rinchiusa entro le mura, si appigliarono a questa speranza: con le navi fecero di tutto per impedire che ai cittadini giungesse qualunque soccorso per mare, con le forze di fanteria impedirono che fossero riforniti per via di terra.

Volendo d'altra parte che il tempo impiegato intorno a Siracusa non fosse tutto perduto e desiderando procurarsi qualche vantaggio dall'esterno, i capitani si divisero gli incarichi e le forze: Appio con due terzi dell'esercito doveva cingere d'assedio la città, Marcello con il terzo rimanente molestare i Siciliani che parteggiavano per i Cartaginesi.

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