La trasmissione dei libri di Aristotele
Ἐκ δὲ τῆς Σκήψεως οἵ τε Σωκρατικοὶ γεγόνασιν Ἔραστος καὶ Κορίσκος καὶ ὁ τοῦ Κορίσκου υἱὸς Νηλεύς͵ ἀνὴρ καὶ Ἀριστοτέλους ἠκροαμένος καὶ...
Di Scepsi furono questi Socratici Erasto e Corisco e Neleo figlio di Corisco, uomo che era stato uditore di Aristotele e Teofrasto che aveva ereditato la biblioteca di Teofrasto, nella quale c’era anche quella di Aristotele;
almeno Aristotele quella sua aveva affidata a Teofrasto, al quale appunto anche aveva lasciato la scuola, primo dei quali sappiamo che raccolse i libri e che istruì in Egitto l’organizzazione della biblioteca reale. Teofrasto l’aveva affidato a Neleo; egli avendo trasferito a Scepsi aveva affidato a loro dopo di lui, ad uomini inesperti i quali tenevano i libri chiusi che non erano riposti con cura;
quando percepirono l’attenzione dei re Attalici sotto i quali era la città, che cercavano i libri per l’organizzazione della biblioteca a Pergamo, nascosero sotto terra in un cunicolo; per l’umidità e le tarme essendo in cattivo stato molto dopo quando i parenti vendettero ad Apelliconte Teio i libri di Aristotele e Teofrasto; Apelliconte era amante dei libri più che filosofo; perciò cercando il miglioramento dei pezzi corrosi modificò il testo nelle nuove copie supplendo non bene, e pubblicò i libri pieni di errori. Accadde a quelli antichi Peripatetici che furono dopo Teofrasto non avendo libri eccetto ben pochi, e specialmente gli essoterici di non poter filosofare partendo dai fatti, ma a declamare su questioni generiche;
ai posteri, dopo che questi libri furono pubblicati, di filosofare meglio ed essere seguaci di Arisotele, certo di essere necessario che per la gran quantità di errori, arguire con molte probabilità. Molto a ciò anche Roma diede man forte.
Le versioni del tuo libro senza doverle cercare?