Tucidide, La Guerra del Peloponneso 2.85
πέμπει δὲ καὶ ὁ Φορμίων ἐς τὰς ᾿Αθήνας τήν τε παρασκευὴν αὐτῶν ἀγγελοῦντας καὶ περὶ τῆς ναυμαχίας ἣν ἐνίκησαν φράσοντας, καὶ κελεύων αὑτῷ...
Formione invia messaggeri ad Atene a riferire i preparativi nemici, ad esporre una relazione sul successo riportato nello scontro navale e a raccomandare l'invio il più rapido possibile di un buon numero di navi, poiché di giorno in giorno si faceva imminente un nuovo scontro.
Così l'uomo cui era stato assegnato il comando salpa con la flotta diretto a Creta e con l'appoggio dei Policniti devastava la terra dei Cidoniati, dove si trattenne molto tempo ostacolato dai venti sfavorevoli e da molti altri intralci, che impedivano di salpare. Intanto i Peloponnesi concentrati a Cillene, mentre gli Ateniesi indugiavano nel mare di Creta, costeggiarono, in completo ordine di battaglia, fino a Panormo, porto dell'Acaia dove erano affluiti i reparti di fanteria peloponnesi destinati al loro rinforzo.
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