Dal discorso di Pericle: Atene come un'isola - Tucidide versione greco
ἤν τε ἐπὶ τὴν χώραν ἡμῶν πεζῇ ἴωσιν, ἡμεῖς ἐπὶ τὴν ἐκείνων πλευσούμεθα, καὶ οὐκέτι ἐκ τοῦ ὁμοίου ἔσται Πελοποννήσου τε μέρος τι τμηθῆναι...
La nostra invece, immune dalle deficienze che ho additato in quelli, può contare su altri e superiori punti di vantaggio.
Riflettete infatti: se fossimo isolani, quale popolo sarebbe più invincibile? E anche ora è indispensabile che la nostra condotta di guerra si uniformi il più possibile a questo assunto: abbandoniamo le campagne e le loro case, puntiamo alla difesa della città e al dominio sul mare. Il dolore per la desolazione dei campi non ci induca ad accettare lo scontro aperto con le truppe dei Peloponnesi, più agguerrite. (In caso di vittoria lotteremmo sempre contro un nemico non meno numeroso e una disfatta causerebbe l'abbandono da parte degli alleati, che sono la nostra forza:
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