Resa degli spartani a Sfacteria

Resa degli spartani a Sfacteria

μετὰ δὲ ταῦτα γενομένης τῆς ἀνοκωχῆς ξυνῆλθον ἐς λόγους ὅ τε Κλέων καὶ ὁ Δημοσθένης καὶ ἐκείνων Στύφων ὁ Φάρακος, τῶν πρότερον ἀρχόντων τοῦ...

Dopo questi preliminari si concordò una tregua: si incontrarono per parlamentare, Cleone e Demostene e, da parte avversa Stifone figlio di Farace poiché di coloro che tenevano in precedenza il comando il primo, Epitada, era rimasto sul terreno, quello scelto per sostituirlo, Ippagreto, sebbene vivo era dato per morto e giaceva tra i cadaveri, e quell’ultimo era stato eletto terzo, secondo le norme in vigore, per subentrare ai primi due, in caso d’infortunio.

Stifone, accompagnato dai suoi, dichiarò che desiderava uno scambio di messaggi con gli Spartani che attendevano sul continente, prima di fissare una linea definitiva di comportamento. Ma i capi Ateniesi non aprirono per nessuno le maglie del blocco: sollecitarono essi stessi l’invio di araldi dalle forze del continente. Si ebbero due o tre vertici e l’ultimo corriere proveniente per nave dalla terraferma recò da parte spartana la seguente risposta:

"Gli Spartani vi ingiungono di scegliere liberi da voi la vostra strada, ma che l’onore sia salvo". Quelli si raccolsero, e decretarono di rimettersi agli Ateniesi con le armi.

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