Temistocle ritarda la sua ambasceria - Tucidide versione greco

ἀποστέλλουσιν οὖν, καὶ περὶ αὐτῶν ὁ Θεμιστοκλῆς τοῖς Ἀθηναίοις κρύφα πέμπει κελεύων ὡς ἥκιστα ἐπιφανῶς κατασχεῖν καὶ μὴ ἀφεῖναι πρὶν ἂν...

Essi, dunque, li mandano a rivederlo a questi (uomini) Temistocle invia segretamente (un messaggio) agli Ateniesi ordinando di trattenerli nel modo meno chiaro possibile e di non lasciarli andare prima che essi stessi fossero ritornati (infatti, ora erano arrivati i suoi colleghi, Abronico, figlio di Lisicle, e Aristide, figlio di Lisimaco, riferendo che il muro era sufficiente); temeva, infatti, che i Lacedemoni, qualora avessero saputo chiaramente, non li avrebbero lasciati più andare.

Dunque, gli Ateniesi trattennero gli ambasciatori come fu ordinato, e Temistocle, una volta presentatosi ai Lacedemoni, stavolta disse chiaramente che la loro città era ormai cinta di mura in modo che era sufficiente proteggere gli abitanti, e che se i Lacedemoni o i loro alleati volevano inviare loro un'ambasceria, dovevano venire da loro come da gente che sapeva distinguere tra il proprio interesse e quello comune.

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