Un esercito invicibile, Parte I: La selezione dei soldati

Nulla enim alia re videmus populum Romanum orbem subegisse terrarum nisi armorum exercitio, disciplina castrorum usuque militiae....

Infatti con nessun'altro espediente vediamo che il popolo Romano assoggettò l'universo eccetto che con la pratica delle armi, con la disciplina della vita militare e con l'utilizzo della milizia.

Che valore avrebbe avuto infatti la pochezza dei Romani contro la moltitudine dei Galli? Cosa avrebbe potuto osare la bassa statura contro l'alta statura dei Germani? è evidente che pure gli Spagnoli non tanto per il numero ma per la forza fisica hanno sovrastato i nostri; siamo stati sempre impari rispetto alle astuzie e alla ricchezza degli Africani; nessuno dubitò che noi fossimo stati vinti dalle arti e dalla prudenza dei Greci.

Ma contro ogni aspettativa lo scegliere abilmente una leva giovane fu utile, l'insegnare, così come avrei dovuto dire, il diritto delle armi, il rafforzare con l'esercizio quotidiano, possono determinare qualsiasi cosa sul campo e nelle battaglie, il prevedere ogni cosa durante la meditazione campestre, il vendicarsi severamente verso gli oziosi.

L'esperienza in campo militare nutre l'audacia: nessuno ha paura di compiere ciò che è sicuro di aver appreso bene. E veramente nello scontro la scarsezza militare una volta esercitata è più incline alla vittoria, la rude ed ignorante moltitudine è esposta sempre alla strage.
(By Maria D. )
Versione tratta da Vegezio

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