La morte di Didone - Traduzione latina Eneide Virgilio

Eneide-Virgilio

Ma trepidante e fiera per il suo enorme proposito, Didone, roteando gli occhi iniettati di sangue, con le guance tremanti cosparse di chiazze, pallida per la morte imminente, irrompe nelle stanze più interne della casa e sale sull'alto rogo in preda alla furia e sguaina la spada troiana, dono non richiesto per quest'uso.

Qui dopochè notò le vesti di Enea e il noto letto, indugiando alquanto a piangere e a ricordare si gettò sul letto e disse le sue ultime parole: . Disse, e premuta la bocca sul letto: disse, . Diceva e proprio nel mezzo di tali parole le compagne la vedono caduta sul ferro e vedono la spada spumeggiante di sangue e le mani cosparse.

Il clamore giunge alle alte volte della reggia: scrollata la Fama per la città.

Le case fremono di lamenti e di gemiti e di urla femminili, il cielo risuona di alti pianti come se tutta la stagione o l'antica Tiro crollasse per il dilagare di nemici e le fiamme furenti si espandessero per le dimore degli uomini e degli dei.

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