Aracne fu una donna nobilissima per la sua arte: spesso infatti le stesse ninfe lasciavano le selve e le acque del fiume per ammirare le pregevoli opere da lei confezionate. Tutti erano affascinati nell’ammirare lei che ricamava con l’ago le vesti e la lodavano ad una voce dicendo: «che avesse come maestra la stessa Minerva». Grande in verità era la superbia di Aracne che teneva in poco conto la virtù della dea, tanto da ardire nel dire che Minerva potesse essere vinta dalla sua arte. Allora Minerva, dopo aver sentito tali cose, indossata una squallida veste, ella stessa si rese i capelli bianchi e teneva sù le membra malate con un bastone così da sembrare realmente una vecchia. Entrata in casa di Aracne, le ingiunse di salutarla (salvĕo, es, ēre) e :«Qualora trascurassi il mio suggerimento, Aracne:», disse, «io infatti sono vecchia e già molte volte vidi come gli dei punissero gli uomini malvagi. Chiedi scusa perciò alla dea per le tue empie parole: ella ti darà il perdono». A questa Aracne, veramente adirata: «Non mi servono i tuoi consigli, vecchia scimunita!»,...
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