Ho ricevuto da Aristocrato tre lettere, che io ho quasi cancellato con le lacrime;
sono distrutto infatti dalla tristezza, mia Terenzia, mi rincresce la mia miseria non più della tua e della vostra. Io in verità sono più infelice di te, che sei infelicissima, perché la stessa calamità è comune a noi due, ma non mi sfugge che la colpa è proprio la mia. Perciò sono consumato sia dal dolore, che anche dal pudore...
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