Niobe, figlia di Tantalo, dopo che aveva sposato (nūbo, is, nupsi, nuptum, ĕre) Anfione re dei Tebani, mise al mondo sette figli ed altrettante figlie. Molte cose davano gloria alla regina, ma né le ricchezze del coniuge, né la nobile discendenza di entrambi (ambō, ae, ō), né la grande autorità del regno davano soddisfazione a Niobe quanto la sua progenie; infatti si stimava la più felice delle madri e tutte le volte che i Tebani offrivano sacrifici a Latona dea di Tebe, così Niobe li esortava: «Perché onorate Latona mentre invece la mia maestà è senza incenso? Padre mio è Tantalo il solo cui fu permesso di gustare i cibi degli dei, avo mio è il potente Atlante, altro avo Giove, la mia condizione è degna di una dea (da una dea). Inoltre io sono superiore a Latona per numero di figli: la dea ha solamente due figli, Apollo e Diana, io invece quattordici. Pertanto non dovete onorare lei, ma me»....
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