Se dunque bisogna osservare la fine e allora proclamare felice ciascuno, non come essendo felice, ma perché lo era prima, come non è assurdo, se, quando è felice, non si dirà il vero contro di lui ciò che è presente (o: "la sua condizione attuale"), a causa del fatto che coloro che vivono non vogliono proclamare felici (gli uomini) a causa dei mutamenti, e a causa del fatto che hanno ritenuto la felicità qualcosa di stabile e per nulla facilmente mutevole, mentre le sorti spesso si rigirano ciclicamente attorno ai medesimi/agli stessi? ...
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