Quelli che si trovavano a Roma, allo stesso modo scorta la nave, e appreso della vittoria sul far della sera, corsero per le strade e vi si tennero fra la notte gli uni con gli altri, rallegrandosi ed abbracciandosi, come liberi ora finalmente da paure, ora padroni sicuramente degli altri, ora avendo reso sicura la patria e avendo ottenuto una vittoria, quale mai prima nessun'altra. Conoscevano bene costoro che molte erano le loro splendide opere, e molte quelle dei padri, contro i Macedoni, contro gli Spagnoli, e contro Antioco il grande, recentemente anche contro l'Italia, ma tuttavia non vedevano alcuna guerra così terribile alle porte, diventata pericolosa per il valore, per l'ingegno, per l'ardire e per la malafede dei nemici.
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La reazione dei Romani alla notizia della distruzione di Cartagine (I) prima parte
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seconda parte
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