da allen 14 » 29 feb 2012, 15:07
Cotidie legere Ennio il giovane
Un avaro agli inferi
Tradunt avarum, cum magnam auri vim possideret, animam edidisse ac sane tristem ad vastam Acherontis ripam pervenisse. tum Charon, qui animas ad inferos navicula traiciebat, obolum ab eo petivit, ut ad alteram amnis ripam traduceret. avarus vero tam sordidus erat ut, ne obolum daret, in Charontis navem non conscenderit, sed in atram aquam se iecerit ut flumen tranaret. at, cum flumen transmisisset, statim comprehensus atque ad Minoen, inferorum iudicem, ductus est ne, quod ille fecerat, consuetudo evaderet. Minos igitur statuit avarum maxima poena afficere, cum ille primus pessimum exemplum edidisset: iussit eum quam celerrime ad vivos remitti, ut ipse videret quomodo heredes divitias sibi relictas profunderent
Traduzione
Dicono che un avaro, possedendo grande facoltà di denaro, abbia perso la vita (lett. Perso l’anima) e sia giunto alla spaziosa riva dell’Acheronte davvero triste. Allora Caronte, che trasportava le anime con una barca all’Inferno, gli chiese una moneta, per farlo passare all’altra riva del fiume. L’avaro però era tanto spilorcio che, per non dare l’obolo, non si imbarcò sulla nave di Caronte, ma si gettò nell’acqua scura per attraversare il fiume. Ma, dopo aver oltrepassato il fiume, è subito preso e condotto al cospetto di Minosse, giudice degli Inferi, affinché ciò che aveva fatto non diventasse usanza. Perciò Minosse decise di punire l’avaro molto duramente, avendo dato per primo un pessimo esempio: comandò di restituirlo velocemente ai vivi, affinché vedesse lui stesso come gli eredi sperperassero le ricchezze lasciate loro.