PANEGIRICO 1-30

Messaggioda delete » 16 ago 2020, 22:16

Allego la mia traduzione dei primi 30 capitoli del Panegirico, fatta come compiti delle vacanze.


[1] Spesso mi meravigliai di coloro che riunivano le assemblee e quelli che istituivano le gare di ginnastica, poiché ritennero meritevoli di così grandi doni i successi dei corpi, invece a coloro che si affaticavano per proprio conto a favore delle cose comuni e le proprie anime così disponevano per poter aiutare anche gli altri , [2] di questo a quelli concedettero nessun onore: dei quali era più ragionevole prendersi cura: infatti gli atleti avendo preso due volte una tanto grande forza, nulla di più sarebbe risultato agli altri, invece un solo uomo avendo ragionato bene, tutti coloro che decidono di prendere parte di quel proposito ne avrebbero tratto profitto.
[3] Certamente non dopo queste cose scelsi di essere pigro dopo essermi perso d’animo, ma dopo aver considerato un idoneo premio per me la gloria che ci sarebbe stata dal discorso stesso, mi trovo a consigliare riguardo la guerra contro i barbari e riguardo la concordia verso noi stessi, non ignorando che molti tra coloro che fingevano di essere dei sofisti si slanciarono vero questo discorso, [4] ma aspettandomi nelle stesso tempo di essere tanto superiore agli altri da far sembrare che mai nulla fu detto riguardo queste cose, e avendo giudicato che questi sono i più belli fra i discorsi, invece quelli che (per caso) sono riguardo cose grandissime e rivelano moltissime coloro che parlano e giovano moltissimo gli ascoltatori: e di questi uno è questo. [5] Inoltre, le circostanze non sono ancora arrivate al punto che ormai sia vano il ricordarsi di queste cose. Allora infatti bisogna cessare di parlare quando o le imprese abbiano preso la fine (siano state portate a termine) e non c’è più bisogno di deliberare riguardo ad esse oppure quando uno vede che il discorso ha raggiunto la fine al punto che agli altri non è stata lasciata nessuna possibilità di superarlo. [6] Finché le cose sono sopportate ugualmente a prima e le cose dette per caso sono senza valore come non bisogna considerare e meditare questo discorso che qualora riuscisse bene libererà noi sia dalla guerra gli uni contro gli altri sia dal disordine che è presente e dai mali più grandi.
[7] Oltre a queste cose se non fosse assolutamente possibile presentare gli stessi fatti diversamente se non in una sola forma, uno potrebbe obiettare che è superfluo annoiare di nuovo gli ascoltatori parlando nello stesso modo di quelli: ma poiché i discorsi hanno tale natura [8] per cui è possibile discorrere in molti modi riguardo le stesse cose e rendere le cose grandi piccole e conferire grandezza alle cose piccole e esporre in modo nuovo le cose antiche e parlare in modo antico riguardo alle cose accadute recentemente non bisogna più fuggire queste cose riguardo alle quali altri parlarono prima, ma bisogna tentare di parlare meglio di quelli. [9] Infatti le azioni passate furono lasciate a tutti noi in comune, ma il servirsi di queste al momento opportuno e pensare le cose convenienti su ciascuna e disporle bene con le parole è proprio delle persone sagge. [10] Io ritengo che sia le altre altri sia la filosofia relativa ai discorsi potrebbero prendere un grandissimo vantaggio se uno ammirasse e onorasse non coloro che danno inizio per primi alle attività, ma coloro che praticano ciascuna di queste nel modo migliore e non coloro che cercano di parlare riguardo queste cose riguardo le quali nessuno parlò prima, ma coloro che sanno parlare così come nessun altro potrebbe.
[11] Tuttavia alcuni criticano i discorsi che superano il livello dei profani [dal dizionario] e sono troppo perfetti e hanno fallito tanto che giudicano verso la perfezione quelli fatti verso le assemblee rispetto a quelli degli affari privati, come se entrambi dovessero essere simili, ma alcuni sono cauti, altri per far sfoggio, o come se essi stessi vedessero la moderazione, invece quello che è in grado di parlare a perfezione non potrebbe parlare semplicemente. [12] Certamente non passano inosservati poiché elogiano questi dei quali questi sono per caso vicini: invece per me nulla è verso questi ma verso quelli, che accettano niente delle cose dette a caso, ma provano fastidio e cercano di vedere un qualcosa nei miei discorsi, che presso gli altri non troverebbero (troveranno). Dopo aver parlato in modo insolente di me stesso ad un orecchio, ora farò i discorsi riguardo la questione. [13] Vedo che gli altri nel proemio rendono gli ascoltatori benevoli sia adducendo scuse per le cose future che saranno dette, sia dicendo a questi che la preparazione è stata fatta da poco per questi, invece che è difficile trovare parole uguali alla grandezza dei fatti. [14] Io se non parlo degnamente anche della faccenda e della fama di me stesso e del tempo, non solo dedicato per il mio discorso ma anche di tutto quanto che ho vissuto, raccomando di avere nessuna indulgenza, ma di ridere e disprezzare: nessuna infatti di una di queste cose non sono degno di soffrire, se non essendo superiore in niente faccio così grandi promesse. Che mi dica dunque queste cose riguardo le cose private. Invece riguardo le cose comuni, [15] quanti subito insegnano dopo essere giunti che è necessario, dopo aver sciolto le ostilità tra noi stessi, volgerle contro i barbari e attraversando/narrando le sventure nate dalla guerra tra l’uno e l’altro e i vantaggi che ci sarebbero dalla spedizione militare contro quelli, dicono la verità, da ciò certamente non compiono l’inizio da dove potrebbero massimamente prendere forma queste cose. [16] Tra i greci alcuni sono sotto di noi, altri sotto i Lacedemoni; infatti i regimi politici, mediante i quali governano le città, così hanno separato moltissimi di questi. Chiunque dunque si aspetta che facciano il bene per gli altri di comune accordo, prima che abbia messo d’accordo coloro che sono stati eletti come capi tra di loro, è troppo superficiale e distane dalle questioni. [17] Ma bisogna, non solo facendo sfoggio, ma anche volendo fare qualcosa, cercare quelle parole, le quali persuaderanno queste due città [duale] ad essere alla pari gli uni rispetto agli altri e a dividere il potere e a procurarsi dai barbari le ambizioni le quali ora dai Greci desiderano che siano per loro.
[18] Dunque la nostra città è facile da convincere verso queste cose, i Lacedemoni invece sono difficili da persuadere: infatti hanno ricevuto una falsa dottrina che comandare per loro è ereditario: se uno avesse mostrato a questi che questo onore è più nostro che loro, subito, dopo aver lasciato stare, sarebbero andati a fare un esame approfondito di queste cose [dal dizionario] per l’utile.
[19] Dunque era necessario sia che gli altri cominciassero da qui sia che non consigliassero prima riguardo le cose accordate prima che noi avessimo spiegato riguardo i punti controversi: dunque io a causa di entrambe le cose conviene che faccia un grandissimo discorso, affinché massimamente ne esca qualcosa di utile e dopo aver cessato la disputa tra noi stessi faremo guerra ai barbari insieme, [20] se invece questo è impossibile, affinché rendessi evidente le cose che sono tra i piedi alla felicità dei Greci e fosse evidente a tutti che anche prima la nostra città governò il mare giustamente e ora non ingiustamente avanza diritti di potere.
[21] In primo luogo, se bisogna onorare questi per ciascuno dei fatti, essendo i più esperti e avendo una grandissima capacità, senza contestazione è bene riprendere la supremazia per noi, la quale avevamo prima (per caso): nessuno infatti avrebbe potuto mostrare un’altra tanto grande città che eccelle in guerra per terra quanto la nostra che si distingue nei pericoli per il mare. [22] In secondo luogo, se alcuni non pensano che questo giudizio sia giusto, ma che siano molti cambiamenti (infatti giammai il potere politico resta presso gli stessi), ma ritengono giusto che abbiano il potere come qualche altro premio o coloro che ottennero per primi questo onore o coloro che sono responsabili di moltissimi benefici per la Grecia, penso che anche questi siano con noi: [23] quanto più infatti uno (eventualmente) guarda indietro riguardo entrambe queste cose tanto di più lasceremo coloro che sono in disaccordo. È riconosciuto infatti che la nostra città è antichissima e grandissima e famosissima presso tutti gli uomini così invece essendo un bel argomento conviene che noi siamo onorati maggiormente per le cose che seguono queste. [24] Infatti abitiamo questa non dopo aver scacciato altri né dopo aver preso una regione deserta né dopo esserci raccolti per unione di vari popoli [dal dizionario] ma così giustamente e legittimamente ci siamo nati, che continuiamo a possedere questa per tutto quanto il tempo, dalla quale discendiamo, essendo autoctoni ed essendo in grado di chiamare la città con gli stessi nomi con cui (si chiamano) i parenti più vicini: [25] infatti solo a noi spetta chiamare questa (città) nutrice e patria e madre dei Greci. Certo bisogna che sia evidente che ragionevolmente coloro che sono orgogliosi e coloro che giustamente avanzano diritti per il potere e coloro che ricordano spesso i costumi dei padri abbiano una tale origine di stirpe.
[26] Le cose che ci sono [dal dizionario] dal principio e le cose che sono state donate dalla sorte per noi sono di tale grandezza: di quante grandi cose buone invece siamo stati artefici per gli altri, che potremmo esaminarle benissimo, se percorressimo il tempo dall’inizio e le imprese della città per ordine: scopriremo infatti che questa non è causa non solo dei pericoli riguardo la guerra, ma anche di quasi ogni altro ordinamento, nel quale viviamo e con il quale siamo cittadini e per mezzo del quale possiamo vivere. [27] Invece è necessario scegliere tra i benefici non quelli che sono stati ignorati e che sono passati sotto silenzio per modestia, ma quelli raccontati e ricordati da tutti gli uomini sia anticamente sia ora sua in ogni luogo per la grandezza.
[28] Quindi in primo luogo, quello di cui la nostra natura inizialmente ebbe bisogno, fu fornito attraverso la nostra città: infatti anche se il discorso fosse mitico, ugualmente conviene anche ora che sia raccontato con questo. Infatti, Demetra dopo esser giunta alla regione quando andò errando essendo Persefone stata rapita ed essendosi disposta benevolmente verso i nostri antenati grazie ai benefici i quali non è possibile ascoltare da altri che iniziati e avendo consegnato due doni, che sono grandissimi (per caso), i frutti, i quali sono la ragione per cui noi non viviamo come animali, e l’iniziazione ai misteri, della quale (grazie alla quale) i partecipanti hanno riguardo la fine della vita e di tutto quanta la vita aspettative più piacevoli. [29] Così la nostra città fu non solo cara agli dei ma anche agli uomini, cosicché divenuta autorità non negò tali doni agli altri, ma rese partecipi tutti di ciò che ricevette. E mostriamo queste cose le une anche ora ogni anno, invece delle altre nel complesso insegnò gli usi e le lavorazioni e gli utili che ci sono da queste cose. [30] E nessuno potrebbe pensare di non dare fede a queste cose dopo aver aggiunto delle piccole cose.

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Messaggioda Eragon » 18 ago 2020, 8:11

Grazie per il tuo contributo davvero molto gradito.
Ho pubblicato sul nostro sito la tua traduzione aggiungendo solo il testo greco a fronte.
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Eragon

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