Plinio si vanta della sua fama di scrittore
Plinius Maximo suo salutem dicit. Frequenter agenti mihi evenit ut centumviri, cum diu se intra iudicum auctoritatem gravitatem que tenuissent...
Plinio saluta il suo Massimo. Frequentemente a me che sono impegnato avvenne che i centumviri, essendosi mantenuti a lungo nei limiti dell'autorità e della gravità di giudici, tutti improvvisamente per così dire avvinti e stretti insieme si alzarono e mi lodarono;
frequentemente avevo desiderato questa fama soprattutto dal senato e l'ho ottenuta: tuttavia recentemente ho tratto massimo piacere dal discorso di Cornelio Tacito.
Narrava che era seduto con sé ai recentissimi spettacoli circensi un cavaliere romano. Questi dopo vari ed eruditi sermoni richiese: "Sei italico o provinciale?". Tacito rispose: "mi conosci, ed effettivamente dagli studi". A ciò il cavaliere disse: "sei Tacito o Plinio?" Mi sono rallegrato moltissimo da queste parole, perché i nostri nomi per così dire propri di letterati, non di uomini, si riferiscono alle lettere, perché entrambi di noi noti anche per questi studi, diversamente da questi saremmo stati ignoti.
Versione tratta da Plinio il Giovane