Tirannia dei decemviri

Plebei circumspectare tum patriciorum vultus...

I plebei guardavano attentamente allora i volti dei patrizi e a captare in base a ciò l'aura della libertà,  da cui temendo la schiavitù avevano condotto lo stato in tale condizione.

I più ragguardevoli dei patrizi odiavano i decemviri, odiavano la plebe, non approvavano quelle cose che sarebbero accadute; accumulavano anche ingiurie, tanto che i due consoli e l'antico stato nel desiderio delle cose giunsero a noia dei presenti. E ormai procedeva la maggior parte dell'anno e le due tavolette delle leggi erano state aggiunte alle dieci tavolette dell'anno precedente, ormai non avanzava nulla, perché occorreva allo stato una tale magistratura.

Attendevano quanto prima che fossero emanati i comizi per eleggere i consoli; ciò agitava soltanto le plebi in che modo mai avrebbero potuto riparare il potere tribunizio, monumento per la libertà; frattanto mentre non si faceva alcun accenno dei comizi. E i decemviri cingevano i fianchi ai giovani patrizi; gruppi di questi occupavano i tribunali, questi spingevano, muovevano la plebe e le situazioni della plebe; venivano messi a terra a bastonate, alcuni erano gettati a terra sicuri, e, affinché la crudeltà non fosse gratuita, la donazione degli onesti seguì il supplizio del signore.

La nobile gioventù corrotta da una tale ricompensa non solo non andò incontro all'ingiuria, ma preferì pubblicamente la propria licenza alla libertà di tutti.
(By Maria D. )

Versione tratta da Livio

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