Aristotele - La costituzione degli Ateniesi XXVII (27) - testo greco e traduzione
La Costituzione degli Ateniesi - Aristotele capitolo XXVII
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Traduzione capitolo XI - Traduzione capitolo XXVII -
μετα δε ταυτα προς τω δημαγωγειν ελθοντος Περικλεους" ... "δεκασας το δικαστηριον απεφυγεν
Μετὰ δὲ ταῦτα πρὸς τὸ δημαγωγεῖν ἐλθόντος Περικλέους, καὶ πρῶτον εὐδοκιμήσαντος, ὅτε κατηγόρησε τὰς εὐθύνας Κίμωνος στρατηγοῦντος νέος ὤν, δημοτικωτέραν ἔτι συνέβη γενέσθαι τὴν πολιτείαν....
Traduzione
Dopo questi fatti essendo giunto Pericle a governare il popolo, e prima avendo goduto di grande reputazione, quando, mentre era giovane, fece accuse per il rendiconto del comandante Cimone, avvenne che il governo politico era ancor più democratico.
Primo Pericle rese un compenso per le funzioni di giudice, favorendo il popolo contro il profitto di Cimone. Infatti Cimone poiché aveva una ricchezza regale, innanzitutto compiva i servizi pubblici a proprie spese apertamente, in seguito manteneva molti dei concittadini. Infatti era lecito a chi voleva dei Lacedi, che ogni giorno andava da lui stesso ad avere la giusta misura. Ancora tutta la regione era non protetta perché fosse lecito a chi voleva approfittare del frutto. Pericle mancando del patrimonio per la fornitura poiché volle insieme con lui Damonide di Ea (costui sembrava essere a Pericle consigliere di molte cose: per questo ostracizzò anche lui poi) poiché era inferiore di beni propri, stabilì di donare a molti i loro mezzi, compenso per le funzioni ai giudici.
TRADUZIONE libera
In seguito Pericle, divenuto capo dei democratici e conquistatosi la fama per la prima volta quando, ancora giovane, accusò Cimone al momento del rendiconto del suo operato come stratego, rese il governo più democratico.
Cimone infatti, ricco come un sovrano, in primo luogo assolveva magnificamente alle liturgie pubbliche e inoltre manteneva molta gente del suo demo: ciascuno dei Lachiadi poteva andare da lui ogni giorno e ottenere ciò che gli occorresse. Inoltre nessuna delle sue proprietà era recintata, perché chiunque volesse potesse coglierne i frutti. Pericle, il cui patrimonio non bastava a questa generosità, per consiglio di Damonide del demo di Eea - che appariva l'ispiratore della maggior parte delle iniziative di Pericle, e per questo poi fu ostracizzato -, risultando inferiore nel suo patrimonio privato, propose di dare ai poveri ciò che apparteneva loro, e procurò l'indennità ai giudici: da quel momento, secondo alcuni, le cose peggiorarono, perché i primi venuti si presentavano sempre al sorteggio con maggiore zelo degli uomini dabbene.
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