Tacito, Annales 4.32,4 33, 20
Ingentia illi bella, expugnationes urbium, fusos captosque reges, aut si quando ad interna praeverterent, discordias consulum adversum...
Quelli (gli storici antichi) narravano ingenti guerre, espugnazioni di città, re sbaragliati e catturati, o, se talvolta si rivolgevano agli affari interni, (narravano) le discordie dei consoli contro i tribuni, le leggi agrarie e frumentarie, le lotte della plebe e degli ottimati con libero spazio (di narrazione).
Per noi (c'è) una fatica ristretta e ingloriosa; (c'era) infatti una pace immobile o blandamente minacciata, tristi vicende della città e un principe noncurante di estendere l'impero. Tuttavia non sarà (lett. fuerit) inutile aver esaminato (lett. introspicere) quelle (cose) a prima vista insignificanti, dalle quali spesso nascono i moti di grandi eventi. Infatti tutti i popoli e le città (li) governa o il popolo o i maggiorenti o (uomini) singoli: una forma di stato scelta e messa insieme da questi (elementi) si può (lett. potest) lodare più facilmente che attuare, o, se (pure) si attua, non può essere duratura.
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