Elissa/Didone fonda Cartagine (II)

Sed Elissa ministros migrationis a rege missos navibus cum omnibus opibus suis inponit provectaque in altum conpellit eos onera harenae pro pecunia involucris involuta in mare deicere....

Ma Elissa fece salire i ministri della migrazione inviati dal re sulle navi con tutte le sue risorse e fatta avanzare a largo quella carica di sabbia invece di denaro avvolta in involucri li spinse a gettarla in mare. Allora questa stessa piangendo e con voce lugubre Mosse l'Acherba;

prega che accetti volentieri le sue risorse, che aveva lasciato, che abbia gli ossequi, che aveva avuto per la morte.

Allora attaccò gli stessi ministri; in verità disse che una volta aveva desiderato per sé la morte, ma che pendevano su quelli le dure torture e i crudeli supplizi, i quali portarono via all'avarizia del tiranno le risorse di Acherba, in base alla cui speranza il re organizzò il parricidio. Essendo stata gettata in tutti la paura, ricevette i compagni di fuga. Si unirono e le schiere dei senatori, cercarono anche le sedi per l'esilio.

Elissa, essendosi accostata all'insenatura dell'Africa, acquistò un luogo, che potesse essere ricoperto con la pelle di un bue, in cui rianimò i compagni e ordinò che la pelle fosse tagliata in tenere parti.

Versione tratta da Giustino

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