Come ho comprato la mia salvezza da Pisone

κατέλαβον ἐμὲ ἑστιῶντα ξένους, οὓς ἐξελάσαντες Πείσωνί με παραδιδόασιν: οἱ δὲ ἄλλοι εἰς τὸ ἐργαστήριον ἐλθόντες τὰ ἀνδράποδα ἀπεγράφοντο....

Mi presero (arrestarono) mentre offrivo ospitalità a dei forestieri e (dopo aver cacciato i quali=) e dopo averli cacciati, mi consegnarono a Pisone; gli altri, dopo essere entrati nell'officina, fecero l'elenco dei servi.

Allora io chiesi a Pisone se volesse salvarmi prendendo in cambio del denaro; egli disse di sì, ma solo se il denaro fosse stato tanto. Dunque gli dissi che avevo un talento d'argento pronto da dargli; lui allora garantì che avrebbe fatto ciò che aveva detto.

Seppi per certo allora che egli non credeva né negli dei né negli uomini, tuttavia, date le circostanze, mi sembrò estremamente necessario guadagnarmi la sua fiducia. Poi, (lett= imprecando rovina a) giurando sulla sua testa e su quella dei figli, preso il talento, promise che mi avrebbe salvato, allora io, una volta entrato in casa, aprì la cassaforte.

Ma Pisone, accortosi di ciò, sopraggiunse e vedendo ciò che c'era nella stanza, chiama due dei servi e ordinò di prendere ciò che c'era nel forziere.

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