L'aquila e lo scarabeo - Ermeneia

Ermeneia pagina 57 numero 24

Inizio: Ἀετὸς λαγωὸν ἐδίωκεν. ὁ δὲ ἐν ἐρημίᾳ τῶν βοηθησόντων ὑπάρχων, ... Fine: μὴ δύνασθαί ποτε ἑαυτὸν ἐκδικῆσαι

Un’aquila inseguiva una lepre (λαγώς - ώ, ὁ): questa in assenza di soccorritori disponibili, vedendo (aor. εἴδομαι) uno scarabeo, poiché lo riteneva il solo capace (di aiutarlo) lo supplicava. Questo, che gli faceva coraggio, come vide l’aquila che veniva vicino, scongiurava di non togliergli la sua protezione. E questa, disprezzando (ὑπεροράω) la piccolezza dello scarabeo divorò la lepre. Da allora, serbando rancore, continuava a spiare i nidi dell’aquila e, se talora questa ne generava uno, volando alto rotolava e fracassava le uova, fino a che del tutto afflitta, l’aquila cercava soccorso presso Zeus (è l’uccello sacro a Zeus) ed egli trovò (δέω un posto per lei per deporre in sicurezza la covata . Dopo averle ordinato (ἐπιτρέπω) di generare nelle pieghe delle vesti di Zeus stesso, lo scarabeo, ciò visto, fece una pallina di sterco, si alzò in volo (ἀναπέτομαι) e, venuto sopra le vesti di Zeus, lì la fece cadere.  ...(continua)

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Testo greco completo

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