Un'accusa ingiusta - Versione Dromos 2 pagina 302 numero 14
Ηδη τοινυν, ω βουλη, δηλος εστι φθονων, οτι τοιαυτη κεχρημενος συμφορα τουτου βελτιων ειμι πολιτης. ... Την μεν ουν εκ της τεχνης ευποριαν και τον αλλον τον εμον βιον, οιος τυγχανει, παντας υμας οιμαι γιγνωσκειν. (Lisia)
Ormai dunque, o consiglio, è evidente che (l'accusatore) è invidioso, poiché pur soffrendo (χράομαι e dativo) tale sventura, sono un cittadino migliore di costui.
Infatti io credo, o consiglio, che le disgrazie del corpo si devono curare convenientemente con le occupazioni dell'anima.
Se infatti avrò la mente allo stesso livello della mia sventura e trascorrerò il resto della mia vita (lett: l'altra (mia) vita), in che cosa differirò da questo (accusatore)? ... (CONTINUA)