In questo passo Cicerone, per bocca di Lelio, sviluppa una riflessione di straordinaria profondità filosofica e antropologica sull’origine e la natura del vincolo amicale. Lungi dall’essere un mero strumento di utilità, l’amicizia è, secondo l’oratore, un moto spontaneo dell’animo, fondato sulla virtù e sulla consonanza morale. Attraverso un intreccio sapiente di razionalità argomentativa, lessico etico e suggestioni naturalistiche, Cicerone eleva l’amicizia a paradigma di umanità, collocandola nell’orizzonte di ciò che in noi è più autentico e disinteressato. Il passo si impone dunque non solo come esempio di alta prosa latina, ma come testimonianza di un pensiero che ancora oggi interpella profondamente la nostra concezione delle relazioni interpersonali.
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