M. Cicerone, raggiungendo nella milizia forense sommi onori e un'importantissima posizione di dignità, dato che non fu preso in considerazione come testimone, mentre giurava che P. Clodio era stato presso di lui a Roma, difendendosi quello contro l'azione disonorevole infamante con l'unica argomentazione dell'assenza da Roma. I giudici tuttavia preferirono liberare Clodio dall'empio crimine che liberare Cicerone dall'infamia di spergiuro. P. Servilio il consolare, censorio, trionfale che aggiunse ai titoli dei suoi antenati il soprannome di Isaurico, oltrepassando il foro avendo visto che erano stati aggiudicati i testimoni come parte in causa, si fermò nel luogo come testimone e tra la somma ammirazione dei difensori e parimenti degli accusatori esordì così: ...
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