Un duello famoso
Cum Galli ad tertium lapidem trans flumen Anienem castra posuissent, exercitus Romanus ab urbe discessit et in citeriore ripa fluminis constitit....
Dopo che i Galli ebbero posizionato (cum narrativo) l'accampamento al terzo miglio al di là del fiume Aniene, l'esercito Romano uscì da Roma e si collocò sulla riva più vicina del fiume.
C'era un ponte nel mezzo, allora un [certo] Gallo, di straordinaria grandezza del corpo avanzò sul ponte vuoto, ed esclamò con fortissima voce: "Quello che ora Roma possiede come (uomo) più forte, quello combatterà con me così che il destino mostri quale dei due popoli in guerra è superiore". Fra i giovani Romani a lungo ci fu silenzio per la grandezza e l'aspetto esteriore di quello. Poi il Gallo li derise e tirò fuori la lingua.
Allora Tito Manlio si rammaricò che a Roma accadeva una tale onta e che nessuno si faceva avanti da un così grande esercito. Quindi coraggiosamente, strinse la spada, prese lo scudo. Il Gallo lo aspettò scioccamente felice. Quando si posizionarono (constitere = consisto, perfetto terza plurale) tra i due schieramenti, il Gallo scagliò, con gran rumore, un dardo sull' arma di Manlio. Ma Manlio, dopo averlo evitato (cum + congiuntivo) con una piccola inclinazione del corpo, si insinuò tra il corpo e l'arma del Gallo e con uno o due colpi (gli) trafisse il ventre; poi a lui che era disteso sottrasse una collana e quella insanguinata se la mise al collo.
La paura con la sorpresa aveva paralizzato i Galli. I Romani gioiosi andarono incontro al soldato per elogiarlo e lo condussero dal comandante. Da questo fatto egli stesso e anche i suoi posteri furono chiamati "Torquati".
Qui la regola del cum narrativo - spiegazione video
Qui la preposizione finale e gli usi del congiuntivo - spiegazione video
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